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Aiuto! Ho bisogno di una regina… Punto e basta!
20 Mag 2021

Aiuto! Ho bisogno di una regina… Punto e basta!

Post by Valentina Larcinese

Nella parte 1 e nella parte 2 degli articoli “Aiuto! Ho bisogno di una regina (… ma sarà vero???)” si è discusso di come gestire l’orfanità di una colonia cercando di interpretarne i segnali e sostanzialmente lasciando gestire la faccenda totalmente alle api.

Ora però, questa soluzione può far storcere il naso a più di qualcuno, soprattutto a chi sa di possedere colonie la cui regina merita, e merita per davvero. Non resta quindi che provare a riprodurre questa genetica che tanto ci piace e, invece di attendere il compiersi della sorte, tentare la via dell’autoproduzione delle api regine.

Prima di procedere è bene soffermarsi su queste indicazioni fondamentali di Vincenzo Asprea rivolte a chi decide di intraprendere l’allevamento delle regine pubblicate nel suo “Manuale illustrato di allevamento delle api regine per uso proprio e commerciale” del 1916:

Di seguito sono riportati due metodi la cui applicazione non ha bisogno di materiali quali cupolini, portacupolini, bigodini e con i quali non occorre fare il traslarvo, ma semplicemente dedicarsi ad un po’ di bricolage. Sono metodi per la produzione di modestissimi quantitativi di regine.

Considerazioni generali
Il punto di partenza per  poter allevare delle celle è la condizione di orfanità di una colonia, senza la quale le api non hanno motivo per accettare larve da allevare come regine. Se in apiario abbiamo una cassa orfana da 3 settimane non è una buona candidata per allevare celle: fondamentale per il buon successo è che la colonia o il nucleo abbiano un gran numero di nutrici cioè di giovani api.
Secondo mio padre lo stato “psicologico” ideale delle api nella colonia orfana deve virare verso la profonda disperazione che si ottiene con tante api giovani in poco spazio e con zero covata aperta.

Non di secondaria importanza è trovarsi in un momento in cui ci siano fuchi e che siano maturi sessualmente, quindi è inutile ostinarsi ad allevare celle se non abbiamo visto più di qualche fuco negli alveari. Bisogna inoltre tenere a mente che tra la maturità sessuale del fuco e quella della regina c’è una differenza di 14 giorni come riportato nello schema che segue:

Metodo Hopkins

È un metodo molto datato: tale Isaac Hopkins lo ideò nel 1911 in Nuova Zelanda e periodicamente torna a solleticare le menti degli apicoltori.
Abbiamo individuato la nostra regina degna di essere riprodotta? Bene, a questo punto abbiamo due possibilità:

  1. Togliere la regina e collocarla in un nucleo precedentemente preparato, rendendo orfana la colonia e sfruttandola per l’allevamento
  2. Costruire un nucleo orfano che alleverà le celle reali

Prima di procedere occorre costruire o adattare una cornice  affinchè possa ospitare in orizzontale un telaino da nido (quello su cui si alleveranno le celle reali) e che andrà posizionata sopra la colonia che alleverà le nuove regine.

Il telaino che sarà collocato nella cornice deve avere uova o larve appena nate e dovrà essere un po’ “vissuto” così da resistere alle sollecitazioni dovute al posizionamento orizzontale inoltre deve essere alloggiato ad una altezza tale che le larve possano essere agevolmente nutrite e come pure la costruzione delle celle reali.
Per non avere celle troppo ravvicinate, che successivamente risulterebbero di difficile manipolazione, è buona pratica distruggere alcune righe e colonne di celle con la leva o un altro strumento in modo tale da lasciare singole celle per l’allevamento ben distanziate.
Circa 10 giorni dopo si avranno delle celle reali opercolate, che dovranno essere cautamente ritagliate dal favo e altrettanto cautamente inserite nelle nuove colonie.

Le immagini sono tratte da How to raise a queen bee by the Hopkins method .

Metodo Asprea
In realtà non so chi sia l’ideatore di questo metodo, l’ho trovato descritto da Vincenzo Asprea nel suo già citato testo senza nessun attributo di paternità e ho arbitrariamente deciso che sia lui.
Come si procede? Bisogna inserire un telaino su cui si è montato mezzo foglio cereo, si attende che venga costruito e deposto. Successivamente si eliminano le  eventuali celle costruite per la covata maschile. Si avranno, così, sull’orlo della costruzione solo uova femminili, questo telaino andrà posizionato nella colonia orfana e lungo il bordo della costruzione verranno allevate le celle reali. Appena opercolate, andranno ritagliate e  inserite nei nuclei o nelle famiglie orfane. Se celle sono molto ravvicinate, quasi appaiate, è meglio non tentare di separarle e inserirle così unite nella stessa famiglia. Se si vuole ovviare all’inconveniente delle celle ravvicinate, prima di inserire il telaio con le uova deposte nella colonia orfana è necessario eliminare qualche uovo o qualche larva in modo da dare spazio alla costruzione della cella reale.
L’immagine tratta dal libro descrive molto bene il procedimento.

Se questi metodi non vi convincono e non vi entusiasmano non resta che passare al metodo classico e procurarsi innanzitutto il materiale necessario.

Continua …

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