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Gauss, non è normale! – Parte  2
30 Set 2022

Gauss, non è normale! – Parte 2

Post by Valentina Larcinese

Nella puntata precedente vi siete depressi abbastanza? Torniamo ora all’andamento della popolazione di api. Chi sono i responsabili di una curva così movimentata?

  • A primavera, i ritorni improvvisi di freddo: soprattutto le temperature notturne basse  in famiglie piccole limitano la quantità di covata allevata e la disponibilità di nutrici qualora fosse necessario formare il glomere.
  • A primavera, le piogge prolungate: addirittura, in casi estremi,quando le scorte sono ridotte al lumicino, le api possono passare dall’essere materne nutrici ad Hannibal Lecter nutrendosi delle larve in allevamento.
  • Durante i raccolti i flussi nettariferi abbondanti: in questi periodi si potrebbe verificare il fenomeno tecnicamente noto come “del nido imballato” in cui il miele viene stivato ovunque limitando o azzerando lo spazio da dedicare alla covata. È quindi cosa buona e giusta fornire sempre spazio per la covata inserendo favi costruiti, ma se il flusso è veramente così abbondante l’attività prioritaria diventa comunque la bottinatura
  • Oltre a tutto questo bisogna tener conto del “cambio generazionale” e dei fattori che possono inficiarlo.

Vediamo quali sono i fattori che favoriscono l’aumento di popolazione.

  • Approvvigionamento di polline o presenza di pane d’api: dalle mie parti si dice che senza soldi non si canta messa, così per le colonie d’api senza cibo per la covata la popolazione non cresce!
  • Accudimento della covata e produzione di pappa reale delle nutrici.
  • Buona capacità di deposizione della regina, tipico delle regine giovani che, inoltre, tendono a prolungare la deposizione in autunno e hanno una buona riprese primaverile. Non stupisce poi, che famiglie con una popolazione abbondante in autunno tendano ad avere anche ad inizio primavera una popolazione abbondante. È evidente che la capacità di crescita di popolazione della famiglia dipenda fortemente dalla capacità di deposizione della regina, che in media depone dalle 800 alle 1000 uova al giorno. Come già detto, se vogliamo aiutarla a mantenere buona la propria prestazione è bene fornire telai costruititi in modo fa risparmiare il tempo di ricerca del dove deporre, come accade nel caso di favi in costruzione.
  • Disponibilità di spazio per la deposizione della regina.
  • Temperature appropriate per lo sviluppo della covata.

Fattori che determinano il calo della popolazione.

  • Risorse alimentari disponibili solo per le operaie emergenti.
  • Diminuzione della longevità delle operaie dovuta al raffreddamento della covata: api allevate con temperature sotto la media hanno un ciclo ontogenetico più lungo e sono meno performanti.
  • Quantità di operaie morte prematuramente. Le cause possono essere molteplici: oltre alla ridotta longevità causata dalle basse temperature di allevamento della covata, ci sono da considerare malattie e contaminazioni ambientali.
  • Passaggio prematuro all’attività di bottinamento, per cui le api invecchiano precocemente.
  • Attività di bottinamento limitata da condizioni meteo avverse come vento, pioggia o siccità.
    Il troppo non va mai bene: periodi prolungati di maltempo possono compromettere le scorte come pure la siccità. La carenza di cibo può condurre al blocco naturale della covata e quindi ad ritmo di cambio generazionale alterato.
  • Malattie dovute a patogeni o parassiti: fattori di stress come la carenza alimentare possono aggravare ulteriormente la situazione. Non bisogna trascurare il fatto che esiste anche una stagionalità nel manifestarsi delle diverse patologie dovute alla carenza di polline, a fattori ambientali e anche alla dinamica della popolazione della varroa.

  • Pressione predatoria: lo sa bene chi ha a che fare con Vespa Velutina. E non aggiungo altro!
  • Avvelenamento da pesticidi o altre sostanze tossiche. Talvolta possono portare a morte immediata, altre volte si può assistere ad una lenta agonia che può essere difficile da rilevare perché mascherata anche da altri eventi.

L’andamento della popolazione, quindi, può essere rappresentata con il grafico riportato di seguito e realizzato da Randy Oliver dove si osserva una contrazione della popolazione all’uscita dall’inverno, poi nel periodo che coincide con la sciamatura ed infine con la fase di invernamento. Questo, naturalmente, se tutto va più o meno come dovrebbe andare! Altrimenti? Curva a piacere!

Bibliografia

Randy O., Understanding colony buildup an decline, American Bee Journal
Marten G.G., Ecologia umana. Sviluppo sociale e sistemi naturali, Edizioni Ambiente 2002
Pievani T, Varotto M. ,Viaggio nell’Italia dell’Antropocene. La geografia visionaria del nostro futuro, Aboca 2021



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