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Per la colonia allevare fuchi è costoso, ma quanto? Partiamo dall’inizio.
Le uova dei fuchi sono più lunghe e più grandi rispetto a quelle di operaia e per questo vengono deposte in celle più grandi. I fuchi, le cui uova vengono deposte nelle da operaia, hanno dimensioni ridotte (sono nani) e producono anche una quantità di spermatozoi inferiore a quella dei fuchi di dimensioni standard. È il caso di dirlo: in questo caso le dimensioni contano!
La deposizione della covata maschile non avviene in maniera casuale ma in aree ben determinate del nido e dei favi (favi esterni rispetto alla camera di covata e in basso, sacrificabili in caso di freddo). Lo sviluppo delle uova di operaia è più rapido rispetto a quello dei fuchi, mentre le regine battono tutti avendo lo sviluppo più rapido di tutti.
Uovo | Larva | Pupa | Sfarfallamento | Accoppiamento | Totale giorni | |
Fuco | 3 | 5 | 16 | 24 | 12 | 36 |
Regina | 3 | 5 | 8 | 16 | 6 | 22 |
Operaia | 3 | 6 | 12 | 21 | – |
I fuchi nascono da uova non fecondate, per questo sono aploidi e questa condizione può costituire un limite per il fuco, ma un grande vantaggio per l’intero genere Apis.
Il fatto che i fuchi siano aploidi comporta avere un corredo genetico di soli N cromosomi, al contrario delle femmine, diploidi, che dispongono di 2N cromosomi.
Secondo alcuni scienziati l’aplopoidia è una vera e propria disabilità per i fuchi: avendo un solo set di cromosomi non hanno nessuna possibilità per compensare geni difettosi con una versione alternativa dello stesso gene. Alle femmine, invece, è concesso, in caso di mutazione, di avere a disposizione un jolly, ossia una copia dello stesso gene per sistemare la situazione. Anche altri insetti, come le formiche o le vespe, sono soggetti alla fragilità dell’aplopoidia.
Ma è veramente uno svantaggio? Se ci si mette nei panni del fuco sì, se ci si mette in quelli dell’intera specie no.
Come per altri aspetti della vita dei fuchi, la fragilità dovuta all’aploidia può essere vista come un atto sacrificale, di sostegno al mantenimento delle migliori capacità riproduttive attraverso una forma di pulizia genetica. Senza alleli alternativi per compensare mutazioni letali, l’aplopoidia dei fuchi rimuove alleli dannosi attraverso un martirio genetico, a cui sopravvivono solo i fuchi con i geni migliori da tramandare alle future generazioni.
Questa condizione dei fuchi è vantaggiosa anche per la regina perché, grazie dell’aploidia (che si traduce nel solo contributo genetico materno, o, per rendere meglio l’idea, si può dire che il fuco geneticamente sia tutto suo madre!), può propagare un’ ampia parte dei propri geni, rendendo, di fatto, i fuchi semplici vettori del suo regale patrimonio: un rider a servizio esclusivo della regina!
L’investimento in termini di nutrizione è più elevato per i fuchi e questo si riflette sul peso che acquisiscono le larve durante l’allevamento. In realtà non molto si sa riguardo alla nutrizione specifica dei fuchi, sebbene siano evidenti alcune differenze. Sicuramente i fuchi ricevono una quantità nettamente superiore di cibo rispetto alle operaie, questo dovuto alle loro maggiori dimensioni e al fatto che la loro nutrizione contiene molte più proteine rispetto a quella somministrata alle operaie. Si è riscontrata anche una diversa composizione della nutrizione tra larve più o meno giovani di fuchi. Questi cambiamenti sono dovuti in parte a un incremento della quantità di miele e polline nelle larve più anziane, che riflettono anche variazione nelle componenti.
I fuchi adulti sono interamente nutriti dalle operaie nei primi giorni della loro vita e gradualmente iniziano a nutrirsi da soli, raggiungendo la totale autonomia a una settimana di vita. La produzione degli spermatozoi non è influenzata dalla quantità di proteine di cui si sono nutriti in gioventù, la pappa reale e il polline con cui sono stati nutriti possono impattare sulla longevità e sulle abilità dell’accoppiamento. I fuchi più anziani si nutrono esclusivamente di miele, direttamente dai favi, che fornirà l’energia necessaria al fatidico volo nuziale. Per ulteriori approfondimenti sulla dieta dei fuchi si consiglia la lettura dell’articolo “Dieta reale/proletaria” pubblicato sul numero 8/2023 di l’apis.
Piccolo inciso. La questione del maggior peso dei fuchi potrebbe essere cruciale nella questione delle larve di insetto a scopo alimentare degli esseri umani. Nonostante l’uso della covata delle api come cibo sia diffuso in diverse comunità, il potenziale nutritivo dei fuchi è rimasto inesplorato per molto tempo. Solo studi recenti hanno iniziato ad indagare sulla qualità nutritive di questa fonte di cibo. Dato il loro ruolo socio-biologico limitato, i fuchi potrebbero essere degli ottimi candidati se si confrontano i loro valori nutrizionali con quelli delle loro sorelle, le operaie.
Si è scoperto che le pupe di fuco sono fonti nutritive di alta qualità, ricche di proteine, che variano a seconda dello stadio larvale (pupa o prepupa).
Perché l’alveare è un po’ come il maiale: non si butta via niente!
Il momento culminante della vita di un fuco è quello dell’accoppiamento, ma deve prepararsi per il grande momento, infatti inizia a volare 8 giorni dopo essere sfarfallato, ma lo fa principalmente per defecare… I segnali premonitori di una vita di… Ma lui se ne infischia e all’età di 12 giorni inizia la sua spasmodica e letale ricerca della femmina della sua vita, alla quale giurerà fedeltà fino alla morte.
Le condizioni meteo favorevoli hanno la loro importanza in questa ricerca: le regine preferiscono volare ad una temperatura di 20 °C e con il cielo limpido o parzialmente nuvoloso, mentre i fuchi possono volare già ad una temperatura di 18 °C, anche se non disdegnano affatto le condizioni preferite dalle regine. Che cosa non si fa per un accoppiamento!
Le giovani vergini volano attraverso le aree di congregazione dei fuchi, che devono il loro nome all’alta capacità di attrazione dei fuchi. Quando i fuchi inseguono una regina assumono una formazione di volo simile alla coda delle comete. La regina vola velocemente e dato l’alto numero di fuchi coinvolti nella sua conquista, ognuno di essi ha solo una piccola probabilità di afferrarla e accoppiarsi con lei. La percezione visiva dei fuchi è fondamentale durante la ricerca in volo: la regina cambia spesso e repentinamente la direzione di volo e la vista gioca un ruolo fondamentale nell’affinare la ricerca della regina nell’area di congregazione.
I fuchi, però, sono
attratti principalmente dal feromone che la regina produce e riescono a
individuarla in modo preciso quando disattivano la percezione della vista e si
lasciano guidare dall’olfatto.
Questi dettagli rivelano come mai gli occhi e le antenne dei fuchi siano più sviluppati rispetto a regina e operaie.
In un’ipotetica conversazione tra un fuco e una regina la sceneggiatura potrebbe
essere questa.
Regina: “ma che occhi
grandi che hai!”. Fuco: “ È per guardarti meglio!”
Regina: ”ma che antenne lunghe che hai!”. Fuco: ”è per odorarti meglio!”
Solo che, ATTENZIONE SPOILER, in questa narrazione la regina fa fuori il fuco, anche se sarebbe più corretto dire che il fuco si suicida.
Per cui le ultime battute potrebbero essere:
Regina: “Ti è piaciuto?”. Fuco: “ da morire!”
Nel momento in cui un
fuco riesce ad afferrare una regina la cosa è fatta, o quasi, e quindi la
copula deve avere luogo iniziando dai preliminari sebbene non siano affatto
semplici: il fuco accelera il volo in modo tale che il suo torace venga a
contatto con l’addome della regina, poi utilizza le quattro zampe anteriori per
aggrapparsi ai lati dell’addome della regina e l’ultimo paio per aggrapparsi
alla parte terminale. Così riesce a mantenersi saldamente alla regina.
A questo punto si concludono i veloci preliminari e il fuco allinea il proprio
addome con quello della regina che apre la sua vagina in modo da consentire la successiva
penetrazione dell’endofallo. Durante questa complicata manovra aerea il fuco è
ancora in grado di volare e stare al passo con la regina. Quando il fuco
contrae i muscoli addominali, quasi tutta l’emolinfa viene immessa
nell’endofallo per consentirne l’eversione e la successiva introduzione nella vagina
della regina. Roba da sventrarsi!
L’emolinfa, quindi, è stata quasi totalmente risucchiata dall’endofallo del fuco e il suo cervello ne è stato privato quasi completamente per cui ha un mancamento così importante da subire una paralisi e, incapace di muoversi, inizia a cadere all’indietro.
L’endofallo grazie ad una serie di appendici anatomiche, i cornetti, rimane saldamente ancorato, dando la possibilità alla regina di mantenere agganciato il suo partner, sebbene paralizzato, ancora in volo. Questo perché la regina, nonostante tutto, deve assicurarsi che lo sperma venga trasferito completamente senza che il maschio dia un ulteriore contributo alla questione. Infine la regina inizia a contrarre la camera del pungiglione e altri muscoli interessati dell’area dell’apparato riproduttivo. Risultato: la forte pressione causa la completa evirazione dell’endofallo. A questo punto lo sperma è stato trasferito, in parte, negli ovidotti della regina, il fuco cade morente a terra e una parte dell’endofallo, che rimane agganciato alla regina, segna gloriosamente l’avvenuto accoppiamento.
Questo segnale sarà attrattivo per altri fuchi, che dopo aver liberato la regina, procederanno anche loro al letale accoppiamento.
Continua…
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