All’avvicinarsi della primavera, a meno che non si disponga di un semenzaio con letto caldo (quindi con la possibilità di anticipare le semine già a gennaio), ci si può organizzare preparando tutto l’occorrente per delle semine all’aperto già da fine febbraio – inizio marzo. Come già visto nei capitoli per le semine autunnali, io preferisco lavorare coi plateaux in polistirolo da 84 fori (per semi piccoli) o da 40 per semi un po’ più grandi per poi effettuare i trapianti in vasetti diametro 14 (quelli generalmente utilizzati per le aromatiche) nei quali porto la piantina alle dimensioni adatte per la collocazione definitiva in piena terra. Oggi ci occuperemo di un’unica specie perenne che può dare davvero grandi soddisfazioni se trova le condizioni ideali per il suo sviluppo: l’issopo officinale
Hyssopus officinalis L. (Issopo)
Appartenente alla grande famiglia delle Lamiaceae (quindi imparentato con lavanda, rosmarino, timo e menta), è un piccolo arbusto, perenne, legnoso alla base, con un’altezza massima sui 70 cm. Presenta foglie di forma lanceolata, opposte, con un breve picciolo, lunghe fino a 2,5 cm e larghe 5 mm. I fiori sono ermafroditi e riuniti in verticillastri ascellari in numero da 4 a 6, poi raggruppati in una spiga terminale. Tipicamente bilabiati, sono di un bel colore indaco con una fioritura che si protrae per più mesi, da fine giugno ad ottobre inoltrato se le temperature lo consentono.
E’ pianta molto resistente alla siccità, preferendo suoli asciutti, pascoli sassosi e stazioni calcaree comprese generalmente fra 200 e 1200 metri s.l.m. Una volta era molto diffusa, ora la si ritrova raramente solo su rupi poco accessibili o su terreni troppo poveri per l’utilizzo agricolo. I semi sono facilmente reperibili in internet, almeno la prima volta. Poi potremo raccoglierli direttamente dalle nostre piante tagliando le sommità sfiorite e mature, facendo attenzione a non rovesciarle per poi scuoterle dentro un secchio bianco, dove vedremo cadere davvero tantissimi semi che riutilizzeremo per semine future.
Rami di issopo pronti per essere setacciati
Volendo si può riuscire a fare anche un po’ di selezione scegliendo, magari, di prelevare semi da quelle piante che vediamo rimanere più compatte e più basse, nella speranza che il carattere si mantenga anche nelle piante “figlie”, aiutandoci nei lavori di pulizia dell’interfila e di gestione dei filari che annualmente vanno potati (fra metà marzo e metà aprile) per favorire ricacci dalla base ed incrementare la fioritura che avviene sulla sommità del ramo dell’anno.
Semi pronti per essere utilizzati (foto dell’autore)
Generalmente effettuo la semina ai primi di marzo in plateau, mettendo 4 o 5 semi ogni foro preriempito per 3/4 con terriccio fine (solitamente utilizzo quello setacciato per la semina dei prati sportivi), per poi ricoprire fino all’orlo, compatto leggermente ed innaffio con una cipolla con getto leggero per non smuovere la terra dagli alveoli. Se le temperature restano nella media del periodo, si vedranno le prime piantine già dopo una decina di giorni. Nella fase di germinazione tengo i plateaux a mezz’ombra per evitare che le piantine restino a secco e che la terra negli alveoli si ritiri staccandosi dalle pareti, cosa che comprometterebbe la riuscita della semina. Come già detto nelle lezioni precedenti, i plateaux non vano mai appoggiati direttamente a terra ma sospesi su una rete metallica per evitare che le radici fuoriescano dal foro del fondo, sviluppandosi sotto al plateau, cosa che abbasserebbe drasticamente la riuscita del trapianto nel vaso di coltivazione per scarsità dell’apparato radicale che si danneggerebbe troppo sfilando il piccolo pane di terra dall’alveolo.
Risultato 10 giorni dopo la germinazione (foto dell’autore)
A maggio le piantine saranno pronte per il trapianto in vaso 14 con normale terriccio che io mescolo in proporzione 1:1 con cippato di legna fine per aumentarne la traspirazione ed evitare i ristagni idrici che possono risultare molto dannosi per questa essenza.
Piantine pochi giorni dopo il trapianto in vaso 14 (foto dell’autore)
Per il trapianto in piena terra è buona una qualsiasi giornata, non caldissima, da metà settembre in poi. Il terreno andrà precedentemente lavorato con una fresa ad almeno 20 cm di profondità, per permettere alle radici di scendere subito il più possibile. In generale non sono necessarie concimazioni di alcun tipo ma se volete, potete contribuire verso fine ottobre con una manciata di stallatico pellettato che risulterà disponibile, se non interrato, solo dalla primavera successiva.
Piantine pronte per essere trapiantate in campo aperto (foto dell’autore)
Nella messa a dimora solitamente tengo 90cm/1m tra una fila e l’altra e 40/50 cm fra una piantina e la successiva. Naturalmente, una volta messe a dimora, le piantine andranno innaffiate cercando di diradare le innaffiature man mano che le radici prendono possesso del terreno. Certamente al primo anno occorrerà intervenire con irrigazioni di supporto se la stagione estiva dovesse presentarsi eccessivamente siccitosa, poiché le radici non avranno ancora raggiunto uno sviluppo tale da permettere alle piante di superare indenni lunghi periodi in assenza di precipitazioni.
Risultato dopo la messa a dimora (foto dell’autore)
L’issopo ha un potenziale mellifero di ca. 450 kg/ha ed ogni singolo fiore produce mediamente 0,54mg di zucchero. E’ pianta prevalentemente nettarifera visto che il polline viene raccolto raramente dalle api.
La pianta risulta immune all’attacco di funghi ed insetti e, tolti la potatura annuale e l’eventuale pulizia di infestanti fra le fila, non richiede cure particolari. Una volta messo a regime un pezzetto con issopo, si potrebbe anche evitare la semina, utilizzando le potature di aprile per la produzione di talee che avranno in tutto e per tutto gli stessi caratteri della pianta madre.
Bibliografia:
https://www.actaplantarum.org/
https://pixabay.com/it/ (contributo fotografico)
Giancarlo Ricciardelli D’Albore – Francesco Intoppa
- FIORI ED API IN EUROPA (PDF)
- COLTIVARE PIANTE MELLIFERE – Ed. Apinsieme
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