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Verso la Giornata Mondiale delle Api
1 Mag 2021

Verso la Giornata Mondiale delle Api

Post by Valentina Larcinese

Dal 2017, il 20 maggio si celebra la Giornata delle Api con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo fondamentale svolto dagli impollinatori per la preservazione della biodiversità e non solo, di cui le api sono tra i maggiori attori e sui pericoli relativi alla loro sopravvivenza.

Gli  obiettivi di questa giornata sono:

  • Sensibilizzare la popolazione mondiale e i politici sull’importanza della protezione delle api
  • Divulgare lo stretto legame tra l’umanità e le api e gli altri impollinatori
  • Proteggere le api ed altri impollinatori con il fine di contribuire alla soluzione dei problemi legati all’approvvigionamento alimentare globale
  • Fermare la perdita di biodiversità ed il degrado degli ecosistemi in modo da contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, come anche previsto da 17 dei 163 obiettivi dell’Agenda2030

 Per questa occasione, abbiamo pensato di fare un piccolo viaggio per immagini nel mondo delle api a partire da oggi.

1° Maggio

Nella giornata della festa dei lavoratori e delle lavoratrici non potevamo non sottolineare l’importanza, il diritto della sicurezza sul posto di lavoro.
Da sempre le api sono il simbolo, per antonomasia, della laboriosità e della produttività, ma la sicurezza del loro ambiente, che poi coincide esattamente con il nostro ambiente, è minacciata da inquinamento, pesticidi e fragilità del territorio rendendo non sostenibile, se non addirittura impossibile, la loro sopravvivenza.
Non dobbiamo dimenticare che gran parte dei prodotti alimentari dipendono dall’impollinazione entomofila: garantire la salute delle api e la loro vita non è altro che garantire la sopravvivenza dell’umanità stessa. Da un ambiente sicuro ogni essere vivente può trarre solo benefici.

OH-OH! MI è SEMBLATO DI VEDERE UNO SCIAME

Apicoltori che raccolgono uno sciame insediato nello spazio tra una finestra e una persiana

Per caso nel vostro giardino si è posato uno sciame d’api? Si è posato sul vostro balcone? Nello spazio tra finestra e persiane? Sì?! Siete terrorizzati come il canarino Titti quando vede Gatto Silvestro?
Non dovete temere: le api sciamanti sono molto mansuete perché hanno la pancia, precisamente la borsa melaria, piena di miele. L’equazione è semplice: pancia piena = serenità. È una verità pressocchè universale! Bene, a questo punto fate sparire dal vostro cervello la malsana idea di utilizzare l’insetticida. Sappiate che, invece, invece di ricorrere all’apicidio avete due opzioni:

  • attendere 24-48 h, il tempo necessario alle api per completare il processo decisionale sulla scelta del nuovo sito in cui stabilirsi in via definitiva
  • non vi sentite così ospitali, e nemmeno come San Francesco, e preferite che questo sciame sloggi il più presto possibile: rivolgetevi ad un apicoltore che sarà ben contento di effettuare il recupero, oppure all’ associazione locale di apicoltori o, come ultima spiaggia ai vigili del fuoco che dispongono di una lista di apicoltori contattabili per l’occasione.

ARIA DI TRASLOCO

Nella foto una regina emergente – tra le mani di un apicoltore – da una cella reale

Cosa pensano le api quando la primavera diventa prorompente (non è questo l’anno, ahimè!)?
“Oh, qua tra un po’ mica c’è posto per tutti!” ,
“Ancora larve da nutrire?”
“Ancora giovani api da addestrare?”
“Ancora cibo… e dove lo stiviamo?”
“Ammazza che caldo qua dentro! Manca quasi l’aria!”.

Per ovviare a tanto malumore la colonia, complici le condizioni ambientali interne ed esterne all’alveare, inizia a nutrire in maniera, non troppo velata, l’intenzione di sciamare e quindi di rinnovarsi, allevando una nuova regina. La nascita di una nuova regina offre la possibilità alla colonia di dividersi in due entità indipendenti.

GOD SAVE THE QUEEN… MA NON QUESTA VOLTA

“Sei una regina anzianotta? Non sei più quella di una volta? Il tuo operato lascia a desiderare? Non temere: la colonia provvederà a rimpiazzarti selezionando una giovane e valida regina!” disse la regina un po’ in là con l’età.
Queste sono le motivazioni che spingono una colonia ad allevare una nuova regina senza però sciamare. Non sempre è l’età della regina a determinare questa scelta, delle volte può dipendere dal fatto che la colonia non la ritiene all’altezza del suo compito. La modalità di sostituzione prevede un finale stile Maria Antonietta o quasi.

Un altro caso di soppressione della regina si verifica nella lotta per la supremazia tra le regine vergini. Le colonie che si preparano alla sciamatura – per assicurarsi la sopravvivenza – non allevano mai un’unica cella reale, ma diverse unità. Quando le nuove regine sono prossime alla nascita, la vecchia regina abbandona il nido con buona parte della colonia. La prima regina che sfarfalla può decidere o di sciamare anche lei  o di instaurare la propria autorità eliminando le concorrenti al trono.

Come avviene?
La nuova nata emette un suono che gli apicoltori definiscono romanticamente canto che funge da richiamo alla regina ancora chiusa nella cella, la quale ingenuamente risponde e si lascia localizzare all’interno dell’alveare. In foto la testimonianza del misfatto, mentre nel video che segue la narrazione precedente allo stesso misfatto!

BASTA CE NE ANDIAMO DI CASA!

Pensieri ossessivi delle api nelle giornate primaverili:
“Oh, qua tra un po’ mica c’è posto per tutti!” ,
“Ancora cibo… e dove lo stiviamo?”
“Ammazza che caldo qua dentro! Manca quasi l’aria”

Una buona parte (a occhio e croce la metà delle api) inizia a dire:
“Basta! Non ce la faccio più! Appena nasce la nuova regina me ne vado!”
Ora, se immaginate questi pensieri con la stessa voce di Magda, la moglie di Furio nel film Bianco, Rosso e Verdone avete l’idea precisa della frustrazione di queste api.

E comunque, alla fine, se ne vanno. Sciamano.

L’apicoltore statunitense, ai primi del ‘900, E. L. Pratt usa queste bellissime parole per descrivere il fenomeno della sciamatura:
“La primavera è venuta e l’attività dell’alveare è un’altra volta al colmo. Migliaia di alate operaie nascono giornalmente nell’alveare. Ogni foraggiatrice disponibile è mandata ai campi, perché in tutte le celle della casa riposano i piccoli. Ricchezza di nettare e polvere d’oro è introdotta ognora dalle porte. Le figlie dell’agiatezza cominciano ad apparire, finchè la pressione del numero si fa sentire. Torme d’ api, troppo giovani ancora per il lavoro nei campi, affollano tutti i passaggi dell’ alveare e la gioventù del popolo è forzata all’ozio. Il calore diviene alla lunga soffocante e regna l’eccitazione; allora vengono costruite le celle reali. Il cibo, a lungo trattenuto, si è ora riversato, e lo sviluppo delle larve-principessine è rapido e sano. Nell’umido calor d’api dell’alveare, per la ricchezza delle provviste e sotto la pressione del numero, le giovani regine sono le benvenute – sono perfette; sono naturali. “

La sciamatura è il processo naturale scelto dalle api come loro modalità di propagazione della specie.

SÌ, LO VOGLIO!

Tormentone di un aspirante apicoltore:
”Voglio le api nel mio giardino!”


Non si può negare che le api siano molto di tendenza in questi ultimi anni, complici anche i riflettori che si sono accesi su di loro. È in costante aumento il numero di nuovi apicoltori mossi dalle migliori intenzioni.
Attenzione! I migliori propositi non sono sufficienti per prendersi cura adeguatamente di questi meravigliosi insetti. Quel “Sì, lo voglio!” –  come risposta alla domanda “Vuoi tu avere un alveare nel tuo giardino per amare e rispettare le api, nella buona e nella cattiva sorte finchè la morte o la varroa non vi separi?” – come negli auspici di chi la pronuncia in altri contesti, implica una grossa presa di responsabilità, una dimostrazione di amore quasi in condizionata. E come talvolta accade dopo il “Sì, lo voglio!” iniziano i problemi! Spesso si soprassiede sulla questione della cattiva sorte (compagna indesiderata delle ultime stagioni, amica a sua volta di cambiamenti climatici e inquinamento ambientale), che mette sempre più a dura prova gli apicoltori. La passione non è sufficiente: per chi si occupa delle api è fondamentale investire molto in formazione personale e avere una grossa capacità di resistenza alle sempre maggiore sfiga di queste ultime annate. Ecco, se pensate che accogliere un cane sia impegnativo le api lo sono notevolmente di più! Inoltre se, una volta iniziata questa esperienza con le api, scoprite che l’apicoltura non è nelle vostre corde non abbandonatele a loro stesse!

LA NATURA DELLE API

“Le cose si possono trattare senza amore: si possono tagliare gli alberi, cuocere i mattoni, si può forgiare il ferro senza amore: ma gli uomini non si possono trattare senza amore, come le api non si possono trattare senza attenzione. Tale è la natura delle api. Se provi a trattarle senza attenzione, danneggi loro e te stesso.” – L.Tolstoj, Resurrezione

L’IMPORTANZA DELLE API PER I FIORI

Scrive Karl von Frisch nel suo testo “Il linguaggio delle api”: ” È ben noto che, tra le piante superiori, esistono due tipi di “fiori”. Molte piante presentano piccole infiorescenze verdi prive di qualsiasi profumo e il trasporto del polline avviene per via anemofila. Tali piante producono grande abbondanza di polline che, diffuso dal vento, rende possibile lo scambio di pollini tra le infiorescenze della medesima specie. Altre piante hanno fiori vistosi e vivacemente colorati o un profumo molto intenso, o sono dotati di entrambe le qualità. Soltanto i fiori con caratteristiche del genere producono il nettare e perciò sono visitati dagli insetti che effettuano l’impollinazione volando da un fiore all’altro. ”

L’ONU ha dichiarato il 2021 anno internazionale della frutta e della verdura che rientra nel decennio dedicato dalle Nazione Unite alla nutrizione (2016-2025) e nel decennio dell’agricoltura familiare (2019-2028), due iniziative che danno grande visibilità ai piccoli produttori agricoli e favoriscono le reti di approvvigionamento di cibo sano.

Gli obiettivi fissati sono:

  • la promozione e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica riguardo all’impatto positivo del consumo di frutta e verdura sulla salute delle persone, sul benessere economico, ambientale, sociale e sullo sviluppo sostenibile;
  • la creazione e la diffusione del sapere, diffondendo prove di evidenza sugli effetti benefici del consumo di frutta e verdura sulla salute e sull’economia sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo;
  • la promozione di politiche a favore delle buone pratiche alimentari antispreco nell’approvvigionamento alimentare (oltre il 50% della frutta e della verdura prodotta nei Paesi in via di sviluppo, infatti, si perde tra raccolto e consumo);
  • lo sviluppo di capacità e conoscenze, per sostenere politiche di formazione nelle scuole (come la refezione scolastica, gli orti urbani e periurbani, l’alfabetizzazione alimentare, le politiche antispreco) e nei contesti produttivi, favorendo soprattutto giovani e donne.

Tutto molto bello, tutto molto interessante, ma senza una tutela seria delle api e degli altri impollinatori – in un futuro probabilmente non molto lontano – questo genere di iniziative avranno ben poco senso e una valenza pari al due di briscola!

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