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Storie sorprendenti delle api e dei loro parenti – Parte 3
19 Mag 2022

Storie sorprendenti delle api e dei loro parenti – Parte 3

Post by Valentina Larcinese

Nelle puntate precedenti (Parte 1 e Parte 2) : dopo varie peripezie entrano in scena le angiosperme che rivoluzionano il ruolo e la dieta di svariati insetti, ma alcuni continuano con abitudini alimentari discutibilirobe da finire in qualche girone infernale!

La più grande campagna pubblicitaria della storia

Alcuni insetti adesso iniziano a nutrirsi sulle piante e alla lunga qualcuna si specializza con una dieta che comprende il polline. Volando da una pianta all’altra alla ricerca di cibo, questi insetti accidentalmente trasportano granuli di polline intrappolati tra la loro peluria o tra le varie parti del loro corpo. Quando, casualmente, il polline cade sulle parti femminili del fiore, allora avviene l’impollinazione, e così gli insetti diventato dei facilitatori sessuali per le piante e vincono il titolo di primi impollinatori. Si instaura così una relazione tra piante e insetti che è stata in grado di cambiare l’aspetto della Terra.
Sebbene la maggioranza del polline fosse consumato dagli insetti, questi vettori erano comunque la migliore innovazione possibile se confrontata alla dispersione dei pollini attraverso il vento.

Ma le cose non erano ancora semplici. In principio, gli insetti dovevano cercare tra le foglie i fiori di un verde o marrone insignificanti. Chiaramente sarebbe stato dannatamente più vantaggioso per le piante pubblicizzare la posizione dei propri fiori. Cercarono velocemente un modo per attrarre gli insetti lontani dai propri competitori: ebbe così inizio la più importante campagna di marketing della storia, con le primordiali ninfee e magnolie che svilupparono i petali colorati.
I primi impollinatori potrebbero essere stati i coleotteri, tant’è che esiste ancora oggi una forte relazione tra loro e i fiori.
Le piante impollinate dagli insetti ebbero un successo strepitoso e si diversificarono. Differenti piante si misero in competizione tra di loro per attrarre insetti, utilizzando colori brillanti, forme e strutture elaborate e la terra venne ricoperta di fiori. In questa battaglia per attrarre impollinatori, alcuni fiori di dotarono di ulteriori armi: divennero produttori di nettari ricchi di zucchero e di altri extra. Al proliferare di queste piante, le opportunità per gli insetti specializzati si incrementarono, alcuni svilupparono parti boccali lunghe e tubolari con le quali succhiare il nettare. Il gruppo più specializzato e di maggior successo furono le api, la maggior parte delle quali ancora oggi raccoglie nettare e polline. Tutte le api si nutrono più o meno esclusivamente di nettare e polline nel corso della loro vita, mentre la maggior parte degli altri insetti, come le farfalle e i sirfidi, si nutrono con i fiori solo da adulti e molto poco negli stadi precedenti.
I fiori sono ampiamenti distribuiti nell’ambiente, ma gli insetti immaturi (cioè nei vari stadi larvali) non possono volare perchè solo da adulti disporranno di ali: le larve sono caratterizzate dall’assenza di zampe, sono generalmente vulnerabili perché indifese e capaci solo di movimenti molto limitati; sono completamente dipendenti dal cibo somministrato dagli adulti. L’innovazione, unica nel suo genere, è che le femmine adulte raccolgono il cibo per la prole, così da superare l’impossibilità per le larve di spostarsi.

Le prime api discendono dalle vespe, le quali erano e sono tutt’oggi predatrici. La parola vespa, nell’immaginario collettivo, è associata all’insetto giallo e nero che spesso costruisce grossi nidi nelle soffitte o nei ricoveri degli attrezzi e che possono risultare assai fastidiose nella tarda estate quando l’esplosione della loro popolazione unita alla carenza di cibo le costringe ad entrare nelle case o ad accomodarsi sulle nostre tavole all’aperto. Attualmente esiste un ampio numero di specie di vespe, la maggior parte delle quali non ha nulla a che vedere con quelle descritte. Alcune si comportano come parassiti, con uno stile di vita raccapricciante che sicuramente è stato di ispirazione per il film di fantascienza Alien. Esistono femmine di queste vespe che depongono le uova all’interno di altri insetti, iniettandole attraverso l’ovodepositore. Una volta schiuse, le larve consumano il lor ospite dall’interno, eventualmente facendo esplodere il corpo morente e uscendo sotto forma di pupa.

È possibile trovare in  America centrale e del Sud e  in nuova Zelanda un esempio di vespa, appartenente al genere Glyptapanteles, che conduce ancora questo stile di vita raccapricciante. Tutto ha inizio con una vespa femmina che si mette alla ricerca di un bruco. Cosa accede una volta che lo ha trovato? Semplicemente depone al suo interno una ottantina di uova, che seguendo il loro ciclo biologico si trasformano in 80 larve fameliche che iniziano a nutrirsi dei suoi fluidi corporei.
Mangiando, ovviamente, le larve crescono di dimensioni e il loro aumento di volume fa sembrare il bruco come un palloncino pieno d’acqua pronto ad esplodere. Sebbene appesantito e gonfio, il bruco continua a fare la propria vita andandosene in giro e soprattutto mangiando tanto, ma proprio tanto, considerato il numero di bocche da sfamare. Una volta che le larve devono impuparsi accade qualcosa di veramente splatter! Le larve iniziano a rilasciare delle sostanze chimiche che prima paralizzano il bruco e poi, per più di un’ora, emergono contorcendosi attraverso la pelle e liberandosi del vecchio esoscheletro che va a chiudere i fori di uscita. Magnanime. Ma non ancora è finita. Non tutte le larve abbandonano il bruco, una o due rimangono al suo interno. Ma per fare cosa? Per prendere possesso della mente del bruco! E come? Rilasciando delle sostanze chimiche, queste larve sono in grado di manomettere il cervello e costringerlo a difendere le sorelle appena fuoriuscite dai predatori conquistandosi, incosapevolmente, il titolo di bruco guardiaspalle. Addirittura collabora a tessere il bozzolo utilizzando il proprio filo di seta. E poi? Una volta nate, le vespe abbandonano il bruco e lo lasciano morire di fame. Ingrate!    

Anche tra le attuali mosche esistono comportamenti simili: le mosche tagliatesta, però, sono più clementi delle vespe Glyptapanteles.
Innanzitutto sono molto più parsimoniose: iniettano un solo uovo nella membrana tra le zampe di una formica di fuoco, per gli addetti ai lavori Solenopsis. La formica punta si agita e inizia a rilasciare il feromone di allarme, ignara di attirare così sia altre mosche che altre formiche destinate a ricevere lo stesso trattamento. Finita la cagnara, per qualche giorno tutto procede tranquillamente; poi l’uovo si schiude e la larva che ne esce striscia all’interno del corpo della formica fino a raggiungere la testa con lo scopo di controllarle il cervello. Nel frattempo la larva inizia, pure lei, a nutrirsi dei fluidi corporei della formica facendo molta attenzione a non danneggiare il cervello. La larva emettendo un cocktail di sostanze chimiche riesce a controllare i comportamenti della formica che la ospita: in questo modo la larva riesce a farsi trasportare lontano dalla colonia finchè non raggiunge un ambiente caldo e umido, come può essere lo strato di foglie sul terreno, dove impuparsi. Però ancora non può avvenire l’impupamento: sempre grazie a qualche sostanza chimica la larva riesce a sciogliere le varie parti del corpo della formica facendo sempre attenzione a salvaguardare il cervello. Ad un certo punto la testa, con dentro la larva, si stacca. E a questo punto? Non è il caso di scervellarsi: è arrivato il momento di spolparsi il cervello! Concluso il banchettto la larva si apre una strada attraverso l’apparato boccale che utilizzerà quando avrà concluso il suo stadio larvale.

Ma torniamo alle vespe: alcune, tipo vespa Velutina per citarne una, catturano la preda e la danno come pasto alle loro larve nel loro piccolo nido.
Udite, udite: dalle Sfecidi, una famiglia con questo genere di alimentazione riservata alla prole, le api si sono evolute. Le femmine immagazzinano il nettare nel nido, che di solito si trova sottoterra, assieme ai cadaveri o alle prede paralizzate e morenti. Attaccano un’ampia varietà di insetti (con preferenze diverse tra afidi, cavallette o coleotteri) e ragni. Ad un certo punto una specie di vespa delle Sfecidi ha provato a stoccare nel nido il polline invece degli insetti morti. Questo potrebbe aver determinato un graduale processo con il quale la vespa inizialmente ha aggiunto solo una modesta quantità di polline alle scorte del nido.

Sfecide – Di Fritz Geller-Grimm – Opera propria, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1241677

Dato che il polline è ricco di proteine, potrebbe aver fornito un ottimo supplemento nutrizionale, soprattutto nei momenti in cui si verifica una carenza carne fresca (leggi prede). Quando la vespa ha convertito la nutrizione delle proprie larve al solo polline, allora è diventata la prima ape. Quanto tempo sia stato esattamente necessario perché ciò avvenisse non ci è dato di sapere: putroppo non si dispone di un grosso numero di fossili di insetti e così possiamo ricostruire la loro storia solo da informazioni parziali.
Raramente gli insetti sono rimasti intrappolati nelle resine e fossilizzati nell’ambra così da essere meravigliosamente conservati per l’eternità.

Una differente fonte di informazione sull’evoluzione è data dall’analisi delle sequenze del DNA, che consente di fare ipotesi plausibili su quanto tempo fa le linee evolutive si siano separate. Questi studi suggeriscono che la prima ape sia apparsa circa 130 milioni, cioè 50 milioni di anni prima del primo fossile di ape conosciuto, probabilmente poco dopo l’apparizione dei primi fiori.

L’immagine di copertina fa parte del progetto Apiario d’Autore di Mauro Rutto.

3° Apiario d’Autore 2021 – Dante7° centenario della scomparda di Dante Alighieri
Frontale commemorativo: Luca Novelli “Dante con api in paradiso”
Tema per gli artisti: “il Paradiso”

Luogo apiario: Toscana presso l’Agriturismo Cà Lo Spelli
http://www.agriturismocalospelli.com/
Apicoltore: La corte delle Regine
https://www.lacortedelleregine.it/sito/

www.apiarioautore.it

Luca Novelli
(Milano – IT)Scritttore, Ecologo per formazione e convinzione, disegnatore impenitente, giornalista e autore tv. I suoi libri di scienze per ragazzi sono pubblicati in 28 lingue, compreso l’arabo, il parsi, il russo e il giapponese.

Titolo opera: Dante con api in paradiso
Frontale celebrativo del 3° Apiario d’Autore 2021 – Dante
Apiario d’Autore ha ottenutoil riconoscimento del “Dante Dì” dal ministero dei Beni Culturali
https://www.beniculturali.it/evento/presentazione-del-30-apiario-dautore-2021-dante

Luca Novelli: Dante e le infernali scienze (https://www.editorialescienza.it/it/libro/dante-e-le-infernali-scienze.htm)
Di ringrazia per la Collaborazione Quipos Srl. 
http://www.quipos.net/

Fotografo: Carlo Maria Borionetti (https://instagram.com/borio.lab?igshid=YmMyMTA2M2Y=)
Link web: 
https://www.apiarioautore.it/artisti-2020.html

Continua…

La bibliografia utilizzata in questa serie di articoli è consultabile a questo link

   

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