Da diversi anni gli apicoltori usi a fare copiosi raccolti sulla coltura estiva del girasole lamentano rese in forte calo. Portare a casa un melario è ormai considerato già un buon risultato.
Non solo: alla perdita di reddito si sono accompagnate anche sgomente osservazioni sulle inspiegabili contrazioni di popolazione adulta osservate negli alveari.
Sono state compiute indagini su presunti avvelenamenti, c’è stato qualche studio mirato a raccogliere dati sulla produzione di nettare, per capire se ci siano causalità legate alle condizioni climatiche e/o alle varietà colturali di Helianthus annuus
utilizzate[1]
Lo scorso anno Daniele Alberoni e Luca Bosco ci hanno fatto fare un viaggio al centro del problema accompagnandoci alla scoperta delle radici del nettare; più che consigliato riprendere in mano – o scaricare – il supplemento 2/2021 di L’apis ‘Flussi nettariferi – Complessità’.
Il lavoro concettuale e sperimentale sottostante sia la pubblicazione che il seminario ha condotto Unaapi a finanziare un progetto ad hoc che ci ha visti coinvolti grazie alla disponibilità di diversi soci. I nostri apicoltori hanno accolto in luglio un gruppo di ricercatori intervenuti a prelevare negli apiari miele, api, fiori e campioni di terreno. Al lavoro sul campo è seguita l’indagine di laboratorio, mirata ad indagare cause ed effetti dei fenomeni denunciati muovendosi nell’ecosistema suolo-miele attraverso i ‘veicoli’ oggetto di studio della microbiologia (batteri, funghi, lieviti…).
Forse è troppo presto per parlare di risultati definitivi: la materia vivente non si fa mettere dentro alle tabelle con tanta immediatezza e facilità.
Mercoledì prossimo 1 marzo, dalle ore 18.00 alle ore 20.00, in video conferenza per raccontarci com’è cominciata ci saranno:
la dottoressa Chiara Braglia, laureata in Scienze e Tecnologie Agrarie all’università di Bologna e, attualmente, dottoranda presso la stessa università. Oltre alla microbiologia agroambientale, si occupa la salute delle api attraverso il loro microbiota intestinale e studia le interazioni suolo-pianta-microrganismi-api. Nello specifico, indaga come la comunità microbica del suolo può influenzare la pianta e, a sua volta, di come essa possa influire sugli impollinatori in termini di attrattività;
Il dottor Riccardo Favaro, dottorato in entomologia: si occupa da anni di chemical ecology e composti volatili. Al momento è borsista presso l’Università di Padova ed assistente alla didattica presso l’Università di Bolzano. Ha studiato come le emissioni di volatili fiorali siano influenzate dalla comunità microbica del suolo, contribuendo così a chiarire come lo stato di salute del terreno abbia un effetto sugli impollinatori;
il dottor Daniele Alberoni, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari (DISTAL) dell’Università di Bologna: da anni si occupa di studiare piante, suoli, api e le dinamiche di interscambio che fanno di queste relazioni un ecosistema. Ed è anche apicoltore.
[1] A tal proposito, un lavoro francese finanziato anche da Syngenta ha rilevato come la produzione del nettare sia influenzata da temperatura e umidità relative molto più che non dai cultivar.
Effetc of environmental conditions and genotypenon nectart secretion i nsunflower (Helianthus annuus L.), OCL 2020, 51, S. Chabert et al., Hosted by EPD Sciences, 2020.
L’ immagine di copertina appartiene al famoso ciclo dei girasoli di Vincent Van Gogh: https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11887754
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