Parte seconda
a cura di Marla
Chi studia la storia è condannato a vedere come la storia si ripete per colpa di quelli che non la studiano. E noi cosa facciamo? Studiamo!
Semmai le feste di fine anno dovessero riservare degli squarci di noia, vi suggeriamo di mettervi alla prova con questi quiz apistici.
Nella pagina delle risposte, potete verificare se siete apicoltori promossi a pieni voti o bisognosi di qualche ripetizione! Nel qual raro caso, risposte e approfondimenti sono rintracciabili negli articoli pubblicati nel sito.
11. Che tu sia un fedelissimo lettore dei nostri articoli o un genitore con figli piccoli, non puoi non aver sentito parlare di Masha e Orso. A proposito di Orso, cosa c’è nel suo giardino che di tanto in tanto Masha fa cadere con effetto domino?
a. Diverse arnie Langstroth disposte in circolo
b. Una decina di arnie Warrè disposte su due file
c. Arnie top-bar collocate in prossimità della staccionata
12. Quando i ‘torni non contano’! Un campione di circa 300 api, prelevato per effettuare una stima sull’infestazione di varroa, non rappresenta più del …….% della popolazione di api.
a. 1%
b. 10%
c. 90%
13. “Mamma abbiamo fame!” “Sapete benissimo che non cucino, depongo solo uova, io!” “Va bene lo stesso mamma, meglio di niente!”. Una grave carenza di polline cosa può comportare in una colonia?
a. Cannibalismo delle larve di 7-8 giorni di età
b. Cannibalismo di api adulte e larve durante qualsiasi stadio di sviluppo
c. Principalmente cannibalismo di api anziane
14. Sperando che per noi umani la parola “assembramento” resti un lontano ricordo, non lo è per le api. Vivere in ambienti affollati permette ai patogeni di diffondersi con facilità. In che modo, le api, evolvendosi, sono riuscite a superare questa criticità?
a. Tramite la memoria immunologica
b. Grazie all’immunità passiva
c. Con l’immunità sociale
15. Brrrr…Se le temperature interne di un alveare dovessero scendere tra i -2 e i 6°C cosa succederebbe alle api?
a. Intervalli esterni di -2 e 6°C non sono un problema per le api
b. Morirebbero in meno di un’ora
c. Se in glomere riuscirebbero a sopravvivere per diversi giorni
16. Maniaco del traslarvo? Parliamone! In uno studio pubblicato nel 2019 si afferma che le uova deposte nelle celle reali sono differenti rispetto a quelle deposte nelle celle da operaia, infatti:
a. Le uova deposte nelle celle reali sono significativamente più grandi
b. Le regine nate da uova deposte in celle reali sono tendenzialmente meno grandi
c. Le uova deposte in celle da operaia hanno un peso maggiore
17. “Affamati, grevi, pigri e stupidi”. Di chi stiamo parlando?
a. Varroe maschio
b. Fuchi
c. Apicoltori
18. Sniff, sniff! L’apicoltore conosce perfettamente il ruolo dei feromoni ma chissà se sono altrettanto noti i keromoni. Questi sono:
a. Molecole artificiali utilizzate nel trappolaggio di Vespa velutina
b. Molecole inviate dalle larve alle loro sorelle adulte
c. Segnali generati da una specie compresi e utilizzati da individui di un’altra specie
19. Io, me medesima, me stessa! Le api sono in grado di riconoscere le uova deposte dall’ape regina da quelle “rilasciate”, di tanto in tanto, da api filiatrici. Come?
a. Dalla forma e posizione dell’uovo stesso
b. Dall’odore che hanno
c. Le api non sono dotate di questa capacità perché in presenza di una regina deponente le api filiatrici non si “attivano” mai
20. Pancia mia fatti capanna! In uno studio del 2017 condotto da Samuel Ramsey si è posta l’attenzione sulla velocità con cui le varroe riescono a riprodursi con performance non trascurabili considerando che la varroa si nutre di emolinfa. Dallo studio in questione è emerso che:
a. Nonostante l’emolinfa sia composta per lo più da acqua per le varroe è sufficiente per potersi riprodurre velocemente
b. Varroa è in grado di nutrirsi su qualsiasi parte del corpo dell’ape
c. Varroa non si nutre di emolinfa
Rispondete e prendete appunti! Nel prossimo post le risposte.
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