Certamente l’autunno è il periodo in cui gli apicoltori rallentano le loro attività e tirano le somme della trascorsa stagione apistica. In moltissimi Vi sarete resi conto delle crescenti difficoltà per le famiglie, sia per le avversità legate alle varie patologie (argomento trattato in specifici articoli), sia per la crescente carenza di fonti trofiche per nettari e pollini. Come già accennato nella pagina introduttiva, chi avesse a disposizione spazio e tempo, potrebbe coadiuvare l’opera delle bottinatrici modificando gli spazi attorno agli apiari su superfici più o meno ampie, a seconda delle disponibilità.
L’autunno si presta molto bene allo scopo e per la reperibilità di semi freschi prodotti dalle piante nella stagione estiva e per le minori difficoltà cui si andrà incontro, addentrandoci in una stagione, sì fredda, ma certamente più umida; fattore, questo, che influenzerà positivamente il mantenimento della vitalità dei semi negli alveoli. Come molti sapranno, non tutti i semi hanno la stessa germinabilità: in alcuni, essa è limitata ad un breve periodo (settimane o anche solo giorni) come nel caso di ghiande o castagne, in altri essa può protrarsi per decenni (anche oltre il secolo) come nei semi della senape (Sinapis alba), i comunissimi fiori gialli che bordano le nostre strade nei mesi da febbraio ad aprile. Altro fattore da tenere in considerazione è la percentuale di germinabilità che può superare il 90% in molte specie come le graminaceae o abbassarsi sotto il 10% in altre, come alcune leguminose. Anche l’età del seme (se non è stato stoccato correttamente) ne influenza in modo diretto la vitalità, per cui il mio consiglio è quello di seminare prima possibile i semi che si sono raccolti.
Semi imbustati pronti per la semina
In questa prima parte, dedicata alle semine autunnali, conosceremo due piante che le api utilizzano solo per rifornirsi di polline: la Galega officinalis L. (fam. Fabaceae) ed il Cistus creticus L. (fam. Cistaceae).
Cistus creticus L.: Sul territorio nazionale è la specie più diffusa, tipica della macchia mediterranea o della gariga, ama posizioni soleggiate e cresce sia su suoli silicei che calcarei. Nella nostra regione la si trova spessissimo sulle scarpate di arenaria tipica delle colline costiere. Ha una fioritura che può iniziare già a dicembre e protrarsi fino a maggio. I fiori si aprono al mattino e alla sera hanno già perso i petali ma la pianta ne produce con continuità, assicurando buoni apporti di polline di ottima qualità in un periodo in cui la richiesta delle famiglie è molto alta.
Cistus creticus L. su scarpata di arenaria (S.Elpidio a Mare – FM – 11 maggio 2014)
La raccolta dei semi, naturalmente, è manuale. Una volta raccolta una buona quantità di capsule mature e secche, queste vanno schiacciate fra le dita per estrarne i semi che andranno separati dalle parti da scartare a mezzo di un colino o di un piccolo vaglio di facile reperibilità. Generalmente, una volta puliti i semi, li chiudo in bustine ermetiche e li pongo in frigo (nel reparto verdure) per un paio di settimane in modo da attivarli (moltissimi semi hanno bisogno di un periodo di vernalizzazione per poter germinare). Per la semina utilizzo, nella maggior parte dei casi, dei plateaux in polistirolo da 84 fori che mi permettono di avere delle piantine abbastanza grandi da essere facilmente maneggiate. Come substrato per la semina utilizzo del terriccio fine (il miscuglio sabbia-torba per la semina dei prati è perfetto). Una volta riempiti tutti i fori del plateau, con le dita schiaccio leggermente la terra in ogni foro, in modo da creare una piccola depressione nella quale posiziono 5 o 6 semi. Una volta terminata la semina si ricopre con altro terriccio fino al bordo.
Plateau pronto per la semina
E’ importante non posizionare i plateaux direttamente a contatto col terreno, per evitare che le radichette delle piantine fuoriescano dai fori del fondo; esse devono svilupparsi all’interno dell’alveolo altrimenti si corre il rischio che il successivo trapianto fallisca miseramente per la scarsità dell’apparato radicale. In genere sono solito posizionare i plateaux sopra una rete elettrosaldata (quelle per le gettate), sollevata da terra mediante mattoni. Per innaffiare utilizzo una cipolla o un nebulizzatore che non smuova la terra dentro gli alveoli, così da non correre il rischio che vengano asportati i semi. Normalmente preparo 2 o 3 plateaux per ciascuna specie in modo da avere una buona quantità di piantine da trapiantare perché in alcuni alveoli non nascerà niente, in altri, durante l’inverno, si avranno perdite. Nel caso del cisto, una semina del 21 novembre 2018 ha dato le prime piantine già a fine gennaio 2019; al 6 maggio eravamo a questo stadio
per arrivare al trapianto al 15 giugno in vasetto diam. 14. Generalmente per il trapianto in vasetto preferisco aspettare che la piantina abbia emesso almeno la seconda o terza coppia di foglie vere (quindi le foglie cotiledonari non vanno conteggiate). Se il tempo non è clemente è comunque meglio aspettare. In questa fase utilizzo o un normale terriccio universale di quelli addizionati con la pomice, oppure lo stesso terriccio per la semina, entrambi mescolati in proporzione 1:1 con cippato fine di legna, con un’aggiunta di stallatico pellettato. Le piantine radicano molto velocemente ed in questo periodo vanno concimate sia con altro stallatico che con piccole quantità di concime ternario. Le concimazioni vanno sospese nei periodi molto caldi perché anche le piante rallentano la loro crescita, per poi riprendere a metà settembre con le prime piogge e temperature più basse. Ottobre è il mese per la messa definitiva a dimora.
Il Cisto ad ottobre pronto per essere messo a dimora definitiva
Scegliete un posto che non utilizzate per altre coltivazioni (i terreni marginali vanno benissimo), ripulitelo e fresatelo (se ne avete la possibilità) e mettete a dimora le vostre piantine ad una distanza di ca. 50 cm le une dalle altre . Se la posizione risulta molto soleggiata in estate, è probabile che, almeno il primo anno, dobbiate intervenire 2 o 3 volte con irrigazioni di emergenza, poi potrete lasciare le piantine a loro stesse, magari evitando che la vegetazione spontanea le soffochi pulendo una volta l’anno gli spazi circostanti.
Uno spazio piantumato a Lavandula angustifolia Mill. e Cistus creticus L. (S.Elpidio a Mare – FM-15 ottobre 2019)
Galega officinalis L.: Mentre il cisto è un piccolo arbusto, la Galega è un’erbacea perenne, alta fino ad 1 metro, provvista di un robusto rizoma dal quale parte un abbondante apparato radicale. La si rinviene negli incolti (prati o bordi stradali) con terreni freschi (resistono comunque molto bene alla siccità) ed abbastanza profondi. Fiorisce abbondantemente da maggio a luglio ma non è raro trovarla ancora fiorita ai primi di ottobre.
Galega officinalis L. (S.Elpidio a Mare – FM – 14 luglio 2018)
I semi si raccolgono ai primi di settembre da piccoli baccelli che ne contengono 2 o 3. Hanno una buona e pronta germinabilità e non necessitano di vernalizzazione. La procedura è la stessa vista per il Cisto.
Semina di Galega officinalis L. su plateau 84 fori ( 6 ottobre 2019)
I semi di Galega germogliano prontamente ma in modo decisamente scalare, alcuni pochi giorni dopo la semina, altri dopo settimane. Già dopo una settimana sono spuntate le prime piantine che non faticheranno ad emettere subito le prime foglie vere (continua)
Prime vere foglie in Galega officinalis L. (22 ottobre 2019)
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